Categoria: | Quaderni |
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Il movimento cattolico pugliese (1881-1904)
12,91 €
Descrizione non presente…
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Appiano è stato a lungo giudicato uno storico di secondo o di terz’ordine; e ciò, almeno per il libro su Annibale, quando lo si ponga a confronto con le parallele narrazioni di Polibio e Livio, è incontestabile. Da qualche tempo, invero, si manifesta in alcune frange della critica la tendenza a rimuovere il severo ma motivato giudizio; ma a tal fine non è sufficiente che a volte il libro fornisca informazioni, alcune anche di un certo interesse, non reperibili presso altre fonti. Infatti, la loro qualità dipende – giova ripeterlo – da quella intrinseca dell’autore del quale Appiano ha in mano l’opera, qualunque sia la determinazione con cui poi ne manipola i dati, forte dell’ottica e della sensibilità propria e dei tempi in cui scrive; ché di certo non avrà voluto ridursi al rango del mero compilatore che si limita a sunteggiare del tutto asetticamente i testi da cui attinge.
Il volume, con allegato CD, rappresenta il momento conclusivo di un entusiasmante progetto culturale avviato nel 2009: la seconda edizione del Festival di Musica e Filosofia di Bari svoltosi tra il mese di dicembre 2009 e il mese di marzo 2010, di cui sono qui raccolti i contributi teorici e la produzione musicale e artistica.
Il tema scelto per quel secondo appuntamento con la speculazione filosofica ed il fare musicale, in continuità con la prima edizione del Festival dell’anno precedente, era stato ancora il Tempo, “la Musica e il Tempo”, tema quanto mai ampio, proteiforme, stimolante.
Invitati a declinarlo in relazione al proprio personale campo di ricerca furono chiamati accademici, compositori, artisti, docenti di filosofia, di Belle Arti, interpreti strumentisti, che nelle due giornate dedicate – il 18 dicembre 2009 e il 12 marzo 2010 – si alternarono nella presentazione del proprio contributo allo sviluppo del tema indicato.
L’esito finale di quei momenti di scambio e confronto tra chi la musica la compone, la esegue, la rappresenta e la indaga – con qualche illustre assenza – è questo prodotto editoriale che vede la luce tra mille difficoltà per le esigue risorse a disposizione, per il mutato clima culturale, ed anche per una leggera flessione della volontà in chi il Festival di Musica e Filosofia di Bari lo ha concepito.
Ricorrono qua e là nella Geografia straboniana accenni e allusioni a eventi e personaggi di diversa importanza connessi all’attività (sia in Asia Minore che sul continente europeo) di Mitridate VI Eupator, prima e nel corso della lunga ed estenuante guerra da lui combattuta contro i Romani. Tutta la relativa documentazione è stata isolata dal contesto dell’opera e ridotta in questo volume a un apposito repertorio, accompagnato da un essenziale commento e da un congruo corredo di note esplicative. Sono così rivisitati con gli occhi e la memoria del geografo di Amasea singoli episodi della guerra mitridatica e riproposti alcuni interrogativi intorno al metodo da lui seguito nel recensire nuovamente, in funzione dell’opera geografica, eventi incentrati sulla figura del re del Ponto e già trattati nei perduti Historika hypomnêmata.
I saggi qui raccolti hanno una tendenza e una vocazione: tenere aperta la lettura dei testi letterari a suggestioni, esperienze, ipotesi critiche di ordine intertestuale e interdisciplinare. Il volo della strega e la Francia: il titolo è referenziale (designa specificamente il saggio sulla Médée di Corneille), ma vuol essere anche una figura che consenta di collegare le diverse parti del volume, le “disjecti membra poetae”, la cui unità si può ritrovare con sguardo superiore, dicasi ‘magico’. L’ispirazione ‘antropologica’ è una scoperta e una scelta. Le categorie secondo le quali i saggi sono distribuiti (Alimentazione, Magia, Coesione, Parentela) chiariscono agli assi dominanti delle analisi, si tratti di S. Nicola di Bari e di Lorena, della Médée di Corneille e del fenomeno della stregoneria, del sud “napoletano” di Stendhal, di Jules Verne o di Proust, di King Kong, o di altro ancora.
La corporeità è il filo conduttore dei quattro saggi proposti, che vanno da uno studio della danza come scrittura ed elaborazione segnica evidente in Il corpo che scrive danzando, ad una corporeità come dannazione, involucro in cui siamo rinchiusi, nella libera sceneggiatura della favola di Andersen Le scarpette rosse, passando dal corpo sinuoso dei gatti del musical Cats, allegri, gioiosi ma anche schivi e restii al contatto in Il segreto della magia di Cats, fino alla corporeità come canale comunicativo privilegiato all’interno del rapporto terapeuta-paziente analizzato in Il corpo in analisi.
Al di là di ogni impostazione dettata dalla razionalità, saranno le componenti emotiva e corporea a determinare le nostre azioni e a guidarci, fuggendo da ogni tentativo di tenere tutto sotto controllo.
Quello che si propone è un volo radente fino a sfiorare questo mondo che spaventa in quanto incontrollabile, ma che ci appartiene più di quanto possiamo immaginare.
I saggi qui raccolti portano su diversi livelli di discorso. È preminente quello della magia e della scienza attraverso le pratiche letterarie e in relazione con queste (nel teatro, nel romanzo, nella poesia e nelle riflessioni filosofiche), ed esso rivela la 'tentazione' antropologica nella lettura critica. Il secondo livello mette in evidenza problemi culturali che fanno da sfondo a specifiche opere letterarie dell'Ottocento francese (la gastrologia, l'erotologia). Il terzo, infine, offre all'analisi testuale particolari approdi nel campo della traduzione letteraria (La Fontaine, Césaire) e in quello della scrittura della scienza (Cabanis e Zola). Esorbitante rispetto a questi tre livelli, e in realtà filo che li percorre tutti, è il tema della popolarità. Esso conduce ai Mots di Sartre. Infatti, se la scrittura è segno magico, è il popolare che ne recupera il senso nella pratica letteraria.
Le “Cronache dal Belgio” colpiscono il cuore giovane di chi viaggia, osserva e cresce attraverso altre realtà. Sono uno specchio che riflette uno sguardo lucido.
Bari non è lontana da Bruxelles, ma è distante dalle certezze dei luoghi conosciuti, dal calore degli affetti, dai legami di sempre. È proprio il distacco a divenire ricerca, luogo interiore della crescita personale.
In questi racconti di viaggio, attraverso volti e città, usanze e luoghi, s’intrecciano gli eventi, che diventano una chance in più verso il futuro.
Le tante voci diverse sono rappresentate dalla quotidianità dei gesti, da momenti fissati attraverso gli scatti fotografici, scanditi dalla minuziosità del ripercorrere il tempo come fosse un diario, per suggellare il ritmo dei giorni. Non c’è una meta in questo narrare, Milella offre al lettore e a se stessa un percorso di vita da guardare e ascoltare, esperienza di un vissuto comune a un’intera generazione.
Nell’insegnamento delle lingue straniere l’analisi degli errori è utilizzata per individuare e interpretare gli errori compiuti dagli studenti nell’apprendimento. Questo metodo serve a capire il livello di conoscenza della lingua, individuare il fulcro degli errori e sviluppare diversi metodi di correzione.
Comparazione tedesco – italiano: Analisi degli errori nel tedesco come lingua straniera è il titolo di questa ricerca empirica, nella quale sono stati individuati e analizzati gli errori presenti all’interno di testi in tedesco, scritti da studenti italiani di una facoltà di lingue. La ricerca si concentra principalmente sull’analisi degli errori di flessione nominale e di ortografia, evidenziati ed esaminati, per comprendere quale sia la loro causa. Un ruolo importante in questo aspetto della ricerca lo hanno gli errori “inter- e intralingual”. Il confronto tra la flessione nominale e l’ortografia dell’italiano e del tedesco permette di avere una visione complessiva dei punti in comune e delle differenze tra le due lingue.
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