Categoria: | Percorsi di "Teca" |
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Il cinema di Domenico Paolella
15,00 €
A cura di Alfonso Marrese.
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Thomas Sgovio, sopravvissuto a Kolyma, l’inferno di ghiaccio dei campi di lavoro forzato sovietici, ricostruisce in questo libro la sua storia che affonda le radici nella Puglia dei primi anni del Novecento, quando i suoi genitori decisero di cercare un avvenire migliore in un’America che sembrava accogliere le speranze di tanti emigranti.
Dopo la crisi del 1929 la sua famiglia fu costretta a migrare nuovamente, per effetto del clima di intolleranza in atto negli Stati Uniti verso gli italiani che aderivano ai sindacati ed ai partiti di sinistra. Sulla scia del capofamiglia, il giovane Thomas attraversò l’Atlantico e raggiunse Mosca dove, in poco tempo, si trovò coinvolto, insieme al padre ed a molti altri italiani ed immigrati di altre nazionalità, nell’infernale ingranaggio del sistema concentrazionario staliniano.
Questo singolare viaggio prende avvio da Buffalo, centro commerciale e industriale dello Stato di New York, alla confluenza dei Grandi Laghi, e si conclude nella stessa città, nei primi anni Sessanta con il ritorno del protagonista, dopo una lunga e drammatica detenzione in un Gulag della Siberia Orientale.
L’autore, scomparso nel 1997 all’età di 80 anni, racconta le vicende allucinanti dell’arresto, della deportazione verso la città di Magadan e dell’internamento, gettando nuova luce sul destino tragico di tanti emigrati politici, finiti nel sistema repressivo del comunismo sovietico, che mandò in frantumi le aspettative di milioni di individui, fermamente convinti di poter realizzare una società più libera e giusta.
Nel centenario della nascita viene pubblicato il Catalogo generale delle opere del compositore Raffaele Gervasio (Bari 1910 – Roma 1994). Esso prende in esame non solo l’importante produzione cameristica e sinfonica, ma anche la musica composta per il teatro, il cinema (memorabile quella per il Carosello napoletano), i documentari, la didattica (Gervasio fu il primo direttore del Conservatorio di Matera), fino alla pubblicità e alle sigle radio-televisive. La prefazione di Pierfranco Moliterni introduce il corposo lavoro, curato da Nicola Ventrella, in collaborazione con una equipe di musicisti che hanno analizzato e schedato settecento opere. Il catalogo è arricchito dalla biografia del Maestro e da alcuni interventi di musicisti che lo hanno conosciuto anche come allievi, dai quali traspare la poliedrica personalità di questo compositore.
Al volume è allegato un Compact Disc con composizioni da camera di Raffaele Gervasio in prima registrazione assoluta, ulteriore strumento di conoscenza e approfondimento dell’opera del musicista.
Italia. Seconda metà degli anni Cinquanta. Non molto tempo è trascorso dalla fine della seconda guerra mondiale eppure le ferite e le distruzioni del conflitto iniziano ad essere un ricordo. Il cambiamento si respira nell’aria. Il benessere sembra finalmente alla portata di tutti e gli spensierati anni del boom economico sono alle porte.
A raccontare, con spirito critico, quella stagione così ricca di avvenimenti, tensioni, cambiamenti, c’è un piccolo gruppo di registi cinematografici che fanno del documentario un vero e proprio strumento di appassionata lotta culturale e sociale. Cecilia Mangini è una di questi. Sempre testarda, orgogliosamente anticonformista, la regista pugliese ha contribuito, nel corso della sua carriera, a costruire al cinema il ritratto di un’Italia diversa da quella dei racconti ufficiali; di un mondo che scompariva, incapace di resistere all’avanzata del progresso, ma che aveva ancora “qualcosa da dire”. Quelle cose che ancora oggi il cinema di Cecilia Mangini, non solo preziosa testimonianza di un mondo ormai lontano nel tempo, dimostra di poter offrire a chi ha a cuore il racconto del presente.
Pasquale La Rotella (Bitonto, 26 febbraio 1880 – Bari, 20 marzo 1963) fu compositore e direttore d’orchestra, didatta e primo direttore del Liceo Musicale Consorziale “Niccolò Piccinni”, oggi Conservatorio. Ingegno precocissimo, divenne energico e dinamico protagonista di una vivace stagione della storia culturale della città di Bari e della terra di Puglia e seppe distinguersi con successo al di là dei confini regionali, ricevendo prestigiosi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale, in un’intensissima e multiforme parabola esistenziale di musicista a tutto tondo.
Maria Grazia Melucci è titolare della cattedra di Bibliografia e Biblioteconomia musicale presso il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari e responsabile della Biblioteca dell’Istituto.
La Puglia ha rivestito un ruolo cospicuo e continuativo nella storia del melodramma grazie ad una serie di operisti – artisti o artigiani, celebri o misconosciuti – che questo libro intende valorizzare attraverso sintesi critiche e bibliografie aggiornate. Operisti di Puglia si propone infatti come uno strumento di consultazione, un libro destinato a generare altri libri, confezionato per la riscoperta di un prezioso patrimonio identitario troppo spesso ignorato. Il primo volume dell’opera – Operisti di Puglia. Dalle origini al Settecento – è stato pubblicato nel 2009. Questo secondo volume completa la ricerca proponendosi come una “miniera critica” destinata a favorire nuove investigazioni.
Idillio infranto è un film muto prodotto nel 1931 in Puglia e mai distribuito su scala nazionale. Dopo decenni di silenzio, la pellicola nel 1986 viene tirata fuori da una cassapanca e da quel momento iniziano varie operazioni di preservazione, recupero e valorizzazione, compresa la sonorizzazione. La storia di queste appassionate operazioni è di per sé un capitolo eccezionale della “voglia di memoria” espressa dalla società pugliese e del desiderio di fare del film una vera e propria icona dell’identità regionale. Teca del Mediterraneo nel 2008, in partnership con la Cineteca Nazionale di Roma, promuove il rigoroso restauro digitale del film dotandolo di una nuova colonna sonora, con musiche e testi originali di Nico Girasole, impegnandosi in uno sforzo di tipo industriale per l’ampiezza delle compagini orchestrale e vocale poste in campo.
Piazza Umberto I, a Bari, continua ancora oggi a svolgere il suo ruolo di Agorà, di luogo di incontro e di scambio tra le persone, rispondendo alle esigenze di una società in continua evoluzione. E’ in particolare, dagli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’80, che Piazza Umberto ha rappresentato un simbolo forte caratterizzato da giovani e adolescenti alla ricerca di un luogo in cui potersi incontrare al riparo da occhi “adulti”, un luogo dove fosse predominante la nascente cultura giovanile sino ad allora totalmente ignorata.
Non c’era nessuna signora a quel tavolo (DVD) è il racconto di una vita al cinema e per il cinema. È la storia di Cecilia Mangini documentarista, fotografa, intellettuale che ha raccontato con i suoi film trent’anni di storia del nostro paese. Nel documentario di Barletti e Conte, riprendono vita le immagini di un’Italia solo apparentemente lontana nel tempo: quella del nascente boom economico, con le sue lacerazioni, i suoi drammi e la sua vitalità. Un pezzo di storia del nostro paese visto attraverso l’obbiettivo di una delle protagoniste della stagione più ricca del cinema e della cultura italiana.
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