Diciamoci la verità: uno dei sogni di genitori ed educatori in genere riguarda senz’altro la possibilità di far “sparire” comportamenti per noi inaccettabili e ottenere invece quelli che noi vorremmo!
La modalità educativa maggiormente diffusa, è concentrata sul rimproverare ed il sottolineare quello che non va. Sveliamo subito una verità un po’ scomoda: il “sermone” non serve a niente. Non perché il bambino non abbia voglia di ascoltarlo, ma perché il suo cervello non è fisiologicamente pronto a seguirlo; in sostanza dopo 10 minuti di rimprovero, il bambino non avrà capito niente e noi ci saremo arrabbiati e stancati molto nell’averlo fatto.
Cosa fare allora? Risulta molto utile concentrarci sull’esatto opposto del rimprovero: l’elogio.
Elogiare va a rinforzare esattamente quel comportamento che noi vogliamo che lui replichi e quindi lavorare nella direzione in cui contribuire affichè diventi una sana abitudine.
Sull’elogio c’è molto da dire. Senz’altro rispetto al rimprovero è già un grande passo in avanti; ma non è sufficiente. Bisogna farlo bene.
Come elogiare? L’elogio in psicologia viene definito “rinforzo positivo”, ovvero serve per rinforzare il comportamento desiderato e far sì che si riproponga. Se il bambino fa qualcosa e vogliamo che lo rifaccia, dobbiamo necessariamente rinforzarlo. Vediamo insieme le caratteristiche dell’elogio ben formulato; dev’essere:
- VICINO: dobbiamo essere fisicamente vicini al bambino. Pertanto gridargli dalla cucina “Bravo che stai mettendo in ordine la stanzetta!”, non serve. È importante richiamare la sua attenzione, guardarlo negli occhi, avere un contatto con lui.
- ENTUSIASTA: un elogio blando non funziona come rinforzo: fondamentale è sia la nostra comunicazione verbale, quindi scegliere parole incisive e forti, sia quella para verbale, ovvero utilizzando un tono di voce sicuro, giocoso, entusiasta.
- CREARE UN CONTATTO: la comunicazione non verbale ricopre un ruolo primario nella relazione; nel dare l’elogio, è fondamentale “fermare il momento” come in una fotografia in cui vogliamo immortalare qualcosa di positivo. Utilissimo quindi abbracciare, sollevare per aria, battere “il cinque” o fare qualsiasi cosa di giocoso per sugellare il momento di piccola vittoria.
- SPECIFICO: molto spesso l’errore da parte del genitore sta nell’essere generico e non specifico, dicendo ad esempio “Bravo il mio ometto” o “Brava l’amore mio, bravissima e bellissima!”. Questi elogi risultano inutili per il nostro obiettivo ed addirittura possono risultare dannosi per la sua identità (su questo tema di “dannosità”, che riguarda i “Messaggi di copione”, andrebbe aperta una grande parentesi che potete approfondire sul mio testo “Il futuro nelle tue mani”, Edizioni dal Sud). L’elogio ben formulato invece, è specifico: “Bravo che hai messo a posto la macchinina”, “Brava che stai giocando tranquilla con la tua amichetta”. Non và quindi mai intaccata l’identità, ma solo elogiato in positivo il comportamento specifico.
- IMMEDIATO: l’elogio va fatto subito, al momento. Complimentarsi per qualcosa che ha fatto un’ora prima è poco efficace rispetto all’elogio ricevuto “a caldo”. Il bambino rischia altrimenti di “perdere l’attimo”, che invece va colto.
- CONTINUO: il compito più difficile da parte del genitore è la continuità. Con molta pazienza, bisognerà continuare a rinforzare i comportamenti desiderati, finché non diventano acquisiti.
Forza genitori ed educatori, ci vuole un po’ di impegno ma sono certa che vedrete presto risultati concreti!
Dott.ssa Cinzia Ponticelli
Pedagogista – Counselor – Formatrice
Titolare di Education dal Sud, via Dante Alighieri, 214 – 70122 Bari
Grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura di questa mia breve riflessione pedagogica!
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Sito web: www.dalsud.it
Bibliografia per approfondimenti:
Conti D., “Il linguaggio emotivo dei bambini”, Sperling & Kupfer, Trento 2015.
Ponticelli C., “Il futuro nelle tue mani”, Edizioni dal Sud, Bari 2012.