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Presentazione di “FABBRICA” di Giovanni Spilotros
venerdì 16 Maggio 2014
Si è tenuta venerdì 16 Maggio la presentazione del volume “Fabbrica” di Giovanni Spilotros. Per l’occasione, gremita la sala della CGIL di Bari.
L’apertura di questo affollato pomeriggio è affidata alla moderatrice Rosaria Lopedote che introduce ricordando che “tutto quello che si semina prima o poi fa germogliare qualcosa”. Legge stralci del libro che rappresentano il vissuto quotidiano in fabbrica e che coinvolgono per la loro intensità.
Segue il commosso e sentito intervento di Giovanni Spilotros che spiega come è nato questo libro con poche parole, semplici, vere.
L’intervento di Antonio Leuzzi parte dal libro, che non è solo un libro di memoria, in quanto la casa editrice con la collana “Lavoro e società”, di cui è direttore, ha inteso guardare sia al passato che al presente. Oltre alla collana “Memoria”, quindi, dedicata al passato, è emersa l’esigenza di offrire ai lettori la memoria di ciò che sta avvenendo oggi a testimoniare ciò che accade nel nostro sociale e che viene sottovalutato dalla classe dirigente. Mettere il lavoro al centro è importante per questo. La testimonianza di Spilotros aiuta a concentrare l’attenzione anche dei più giovani. Il punto di vista secondo cui il lavoro possa ancora essere centrale e fondamentale va portato all’attenzione di tutti. Dopo i fallimenti totali delle vecchie classi dirigenti, nel periodo post fascista, ci si impegnò con l’Italia repubblicana per mettere il lavoro al centro. Oggi come allora il lavoro è il punto da cui partire.
In questo libro viene raccontato come attraverso il lavoro si riuscì a venir fuori dalla crisi. Spilotros è protagonista di questa memoria.
Antonio Pepe racconta come abbia “divorato” il libro senza staccarsi un attimo dalla lettura. Quello che c’è scritto, dice, l’ha sentito raccontare perché è entrato in fabbrica in una fase di cambiamento. “La fabbrica ti segna e io oggi sono quello che sono grazie a questa fabbrica”. Riconosce in Giovanni Spilotros il suo maestro e lo ringrazia per tutto quello che gli ha trasmesso.
Michele De Palma sottolinea come la storia di Giovanni non sia individuale, ma rappresenti un pezzo della storia del movimento operaio nazionale. “Chi appartiene alla mia generazione”, dice De Palma, “scriverebbe la propria biografia, mentre allora si poteva fare la storia, nella quotidianità della vita di fabbrica. Il rischio che si corre oggi è di essere ininfluente: bisogna essere in grado di determinare il proprio punto di vista, oppure si avranno tante biografie in solitudine. Giovanni scrive la storia di un movimento di uomini e donne. Senza il potere della contrattazione non c’è possibilità di avere una società diversa da quella che gli altri pensano di costituire per conto nostro”.
Pino Gesmundo parla di come la generazione presente all’incontro ci abbia regalato qualcosa di unico e la fatica della nostra generazione è fare altrettanto con la stessa modalità rispetto alle generazioni future. La passione che emerge dalle pagine del libro i nostri figli non potranno viverla: noi a questo non dobbiamo rassegnarci.
Un pomeriggio intenso, dove la passione si è respirata nell’aria, e dove Giovanni Spilotros, con il suo racconto, ci ha portato con sè a “sentire” l’intensità della lotta che, da sempre, porta avanti insieme ai suoi “compagni”. Grazie di averla condivisa con noi.
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