Ho guardato per la prima volta un film Disney per intero assieme a mia figlia Polpetta di 3 anni.
Abbiamo scelto “Frozen”. Lei era tutta emozionata, ci siamo messe abbracciate sotto il piumone nel lettone in una fredda domenica di dicembre e l’eccitazione era tanta. Non ho avuto dubbi: era pronta! Ho atteso tanto questo momento, sopportando a stento i vari “Peppa Pig” e “Masha e Orso”, simpaticissimi, per carità, nonché ottimi baby sitter nei momenti critici. Ma la magia di un film Disney… è altra cosa.
Io ci sono cresciuta. Con mio padre e mio fratello avevamo una nostra consuetudine: il 6 gennaio, in occasione dell’Epifania, andavamo al cinema a vedere l’ultimo film Disney appena uscito nelle sale. Il cinema, l’emozione del grande schermo, la “nostra” consuetudine che si ripeteva puntuale ogni anno… per me tutto era magico ed oggi è parte di me.
Cosa dire di “Frozen”? Sono molto contenta che a mia figlia possano arrivare dei valori un po’ più moderni e a misura di Donna rispetto ai ruoli che furono di Cenerentola, Ariel, Biancaneve, La bella addormentata, tutte un tantino tristi ed in attesa di qualcuno che le salvasse, il famoso Principe Azzurro che puntualmente è il PRIMO ARRIVATO. Anche Anna sogna un ragazzo che la porti via e prontamente sopraggiunge il primo arrivato che nell’arco di 10 minuti dalla loro conoscenza le chiede di sposarla. E qui subentra la novità: sua sorella Elsa le sottolinea che non le sembra il caso di sposare un ragazzo appena conosciuto. Evviva! Ovazione per Elsa! Finalmente qualcuna se n’è resa conto e ha un minimo di raziocinio! E questo è il primo punto assolutamente a favore di “Frozen”.
Secondo punto: la scena della costruzione del castello di Elsa. Ho i brividi ogni volta che la vedo… e piango, lo ammetto. Quant’è forte questo messaggio? Per una vita alla piccola Elsa è stato chiesto di nascondere, controllare, non mostrare i suoi poteri, che rappresentano la sua essenza, il suo vero Sé. A governarla è sempre stata la Paura, un’emozione che ha la grande forza di bloccarci, inibirci e non farci agire. E così Elsa si chiude in camera sua e chiude i rapporti con tutti, terrorizzata di poter fare del male con i suoi poteri. Ma arriva un momento in cui trattenere non è più possibile, la sua vera natura scalpita, irrompe e così: “Let it go, let it go, can’t hold you back anymore” una canzone che è un inno a “lasciar andare, non trattenere”, lasciar scorrere ciò che si è, non omologarsi ma valorizzare la propria diversità. Lo trovo favoloso come messaggio per i bambini. Tra l’altro la trasformazione di Elsa nella regina del ghiaccio è strepitosa! Diventa molto più bella, vale a dire: anche quando abbiamo paura di cambiare e scoprire cosa potremmo diventare, forse vale la pena affrontare le paure e guardare dove quel cambiamento ci porta. Magari diventeremo molto più belli…
Terzo punto: quando da piccola Anna viene colpita dal ghiaccio alla testa, viene guarita dai Troll che le sottolineano “Per fortuna è alla testa; se fosse stato al cuore non avremmo potuto far nulla, al cuore non si comanda”. E così quando da grande viene colpita al cuore, nessuno può intervenire. E già questo è splendido. Il Troll dà una speranza “Soltanto un gesto di Vero Amore la salverà”. E giù tutti a pensare al bacio del Principe, dapprima, e poi del candidato a “vero amore”, il montanaro Kristoff. E invece, anche qui, colpo di scena: il vero amore è quello tra sorelle, e la scelta estrema di Anna di salvare Elsa piuttosto che se stessa baciando Kristoff, la salverà e consacra il messaggio più bello del film. L’amore tra sorelle.
Controcorrente, intenso, emozionante, ricco di messaggi positivi e costruttivi. Tutto questo è “Frozen”.
Io e la mia Polpetta senz’altro lo rivedremo abbracciate, lei me l’ha già chiesto.
E la mamma prepara i fazzolettini…
Dott.ssa Cinzia Ponticelli
Pedagogista – Counselor – Formatrice
Titolare di Education dal Sud, via Dante Alighieri, 214 – 70122 Bari
Grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura di questa mia breve riflessione pedagogica!
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